20 anni di contributi, da oggi puoi andare in pensione | Boom di richieste: ecco la cifra che ti spetta

20 anni di contributi, da oggi puoi andare in pensione | Boom di richieste: ecco la cifra che ti spetta

Una coppia di persone anziane (Pixabay FOTO) - www.notiziesecche.it

Se hai 20 anni di contributi alle spalle, c’è una buona notizia per te. Puoi andare subito in pensione, e sono già arrivate le prime richieste.

I contributi previdenziali sono somme versate dai lavoratori e dai datori di lavoro al sistema pensionistico per finanziare le prestazioni future. 

Il calcolo dei contributi dipende dalla retribuzione del lavoratore e da un’aliquota specifica, variabile in base alla categoria lavorativa (dipendenti, autonomi, parasubordinati).

L’accumulo di contributi determina il diritto alla pensione e l’ammontare della stessa. Esistono vari regimi pensionistici, come il sistema retributivo (calcolato sullo stipendio medio) e il contributivo (basato sui contributi versati durante la vita lavorativa).

La regolarità dei versamenti è fondamentale: periodi non coperti da contribuzione possono influire negativamente sull’importo o sulla maturazione dei requisiti pensionistici.

Una novità interessante

La Legge di bilancio 2025 introduce modifiche significative nel sistema pensionistico, concentrandosi in particolare su coloro che hanno accumulato 20 anni di contributi. Questi cambiamenti prevedono nuovi requisiti di età e importo minimo per l’accesso alla pensione, benefici specifici per le donne con figli, e un aumento dei minimi pensionistici. Non tutte le novità risultano vantaggiose, in quanto chi ha carriere contributive brevi o importi contributivi bassi potrebbe incontrare difficoltà aggiuntive.

Le principali modalità di accesso alla pensione con 20 anni di contributi rimangono due. La pensione di vecchiaia richiede un’età minima di 67 anni e un importo pensionistico pari almeno all’assegno sociale per i lavoratori che hanno iniziato a contribuire dopo il 31 dicembre 1995. Per contro, la pensione anticipata contributiva è accessibile a 64 anni di età, ma solo per i lavoratori “contributivi puri” e a condizione che la pensione raggiunga almeno tre volte l’assegno sociale. Questi requisiti, tuttavia, sono stati resi più stringenti a causa degli aumenti previsti per l’assegno sociale stesso.

Una persona anziana in pensione mentre si riposa (Pexels)
Una persona anziana in pensione mentre si riposa (Pexels FOTO) – www.notiziesecche.it

Benefici e penalizzazioni

Le donne con figli sono tra le principali beneficiarie delle novità del 2025. Ogni figlio consente una riduzione di 4 mesi sull’età pensionabile, fino a un massimo di 16 mesi per chi ha quattro o più figli. I requisiti legati all’importo minimo della pensione risultano più favorevoli per le madri: con più di un figlio è richiesto un importo pari a 2,6 volte l’assegno sociale, mentre con un solo figlio il requisito scende a 2,8 volte.

Questi cambiamenti rappresentano un significativo supporto per le donne, favorendo un accesso più agevole al trattamento previdenziale. Le modifiche non sono prive di criticità. L’aumento dell’assegno sociale a circa 540 euro rende più difficoltoso raggiungere le soglie richieste, mentre il peggioramento dei coefficienti di trasformazione, aggiornati in base all’aspettativa di vita, penalizza l’importo delle pensioni.