Acqua in bottiglia, gli scienziati lanciano l’allarme | Più della metà fanno malissimo: ecco quali
La situazione è critica, e l’acqua in bottiglie non è più molto sicura. Scopri cosa sta accadendo: alcune di esse fanno molto male.
L’acqua in bottiglia è una delle principali alternative all’acqua del rubinetto ed è disponibile in diverse tipologie, come naturale, frizzante e leggermente frizzante.
Può essere classificata in base alla sua origine, distinguendo tra acque minerali, sorgive e trattate. Le acque minerali, in particolare, sono caratterizzate da una composizione chimica stabile e proprietà benefiche specifiche.
Le bottiglie d’acqua sono generalmente realizzate in plastica PET o vetro. Sebbene il PET sia riciclabile, il suo utilizzo massiccio contribuisce all’inquinamento ambientale, soprattutto nei contesti dove il riciclo non è efficiente.
L’acqua in bottiglia è generalmente più costosa rispetto a quella del rubinetto, ma viene scelta da molti consumatori per il sapore, la qualità percepita e la convenienza.
Un pericolo invisibile
Negli ultimi anni, la presenza di PFAS (Sostanze Perfluoro Alchiliche) nelle acque potabili e nelle bottiglie di acqua minerale ha sollevato gravi preoccupazioni. Questi composti, noti per la loro resistenza chimica e termica, sono utilizzati in una vasta gamma di applicazioni industriali e di consumo, ma la loro persistenza nell’ambiente li rende particolarmente insidiosi. Studi recenti hanno evidenziato una contaminazione diffusa sia nelle acque del rubinetto che in quelle imbottigliate, sfatando il mito della maggiore purezza di queste ultime.
I PFAS, spesso chiamati “inquinanti eterni”, possono accumularsi negli ecosistemi e nella catena alimentare, con effetti tossici significativi. Esposizioni prolungate sono state correlate a problemi endocrini, immunitari e cardiovascolari, oltre a un aumento del rischio di alcuni tumori. La loro capacità di bioaccumulo nei tessuti umani e la resistenza ai metodi tradizionali di depurazione rendono urgente un intervento normativo per limitarne la diffusione.
Alcune recenti scoperte
Studi internazionali hanno analizzato campioni di acqua potabile provenienti da 15 Paesi, includendo acque minerali imbottigliate e di rubinetto. I risultati mostrano che il 99% dei campioni contiene PFAS, con l’acido perfluoroottanoico (PFOA) e il perfluoroottano sulfonato (PFOS) come composti predominanti. Sorprendentemente, le acque imbottigliate, considerate più pure, presentano in media concentrazioni più elevate rispetto a quelle del rubinetto trattate, indipendentemente dal tipo di confezione (plastica o vetro) o dalla natura dell’acqua (naturale o gassata).
Le concentrazioni variano notevolmente tra le aree geografiche: ad esempio, i campioni provenienti dalla Cina mostrano livelli più elevati rispetto a quelli del Regno Unito. Questi dati sottolineano l’urgenza di regolamentazioni globali più stringenti per limitare la contaminazione. La diffusione pervasiva dei PFAS nelle risorse idriche richiede una risposta coordinata per proteggere la salute pubblica e mitigare i rischi di esposizione a lungo termine.