Bonifici ai figli: se sbagli, scattano i controlli | Parole vietate nella causale

Bonifici ai figli: se sbagli, scattano i controlli | Parole vietate nella causale

Illustrazione di un trasferimento di denaro (Depositphotos FOTO) - www.notiziesecche.it

Quando fai un bonifico, presta molta attenzione! Possono scattare i controlli e potresti finire in guai molto grossi.

Fare un bonifico sembra una cosa semplice, ma gli errori possono capitare e, a volte, costano caro. Dall’inserire dati sbagliati all’invio verso il destinatario sbagliato, ci sono diverse distrazioni che possono complicare anche la cosa più banale. Basta un attimo di distrazione ed ecco che il problema è servito.

Uno degli errori più comuni è inserire un IBAN sbagliato. Anche un solo numero fuori posto può far finire i soldi sul conto di qualcun altro. Se ti accorgi subito dell’errore, puoi provare a bloccare il bonifico contattando la banca, ma una volta eseguito, recuperare il denaro non è sempre facile e dipende dalla collaborazione del destinatario.

Poi c’è la questione dell’importo: hai mai provato a inserire uno zero di troppo? Magari pensavi di inviare 100 euro, ma ne hai spediti 1000. Questo tipo di errore fa sudare freddo, soprattutto se te ne accorgi troppo tardi. 

Alla fine, il miglior consiglio è prestare attenzione a ogni dettaglio prima di cliccare su “conferma”. Controlla due volte l’IBAN, verifica l’importo e scrivi una causale chiara. Può sembrare noioso, ma quei due minuti in più ti possono risparmiare un sacco di grattacapi!

Le parole vietate nei bonifici

Quando fai un bonifico, sembra tutto semplice: scrivi l’importo, metti l’IBAN e magari aggiungi una causale. Ma attenzione, perché ci sono parole che, se usate nella causale, possono scatenare controlli o addirittura il blocco del conto corrente. Non esiste una lista ufficiale, ma il buon senso e alcune esperienze ci insegnano cosa è meglio evitare. Frasi come “pagamento in nero” o “droga” possono far scattare allarmi nei sistemi di controllo automatico delle banche e delle autorità fiscali.

Le banche e l’Agenzia delle Entrate hanno sistemi di monitoraggio pensati per individuare attività sospette, come riciclaggio di denaro o evasione fiscale. Parole come “contanti”, “prestito” o “corruzione” potrebbero far scattare i controlli, soprattutto se non ci sono documenti che giustifichino la transazione. Insomma, la causale non è un dettaglio da sottovalutare: scrivere le parole sbagliate può trasformare un bonifico innocente in un grosso mal di testa.

Una oersina che legge bene i dati appena inseriti (Depositphotos)
Una oersina che legge bene i dati appena inseriti (Depositphotos FOTO) – www.notiziesecche.it

Come evitare problemi con la causale

La regola d’oro per le causali è la chiarezza. Scrivi sempre descrizioni precise e appropriate: “affitto mese di gennaio”, “rimborso spese viaggio”, o “pagamento fattura n. X” sono esempi perfetti che non lasciano spazio a dubbi. Evitare parole ambigue o fraintendibili è fondamentale, perché basta poco per attirare attenzioni indesiderate.

Anche se la causale non è obbligatoria, ometterla del tutto può complicare le cose in caso di controlli. Perché? Beh, senza una spiegazione chiara, l’Agenzia delle Entrate potrebbe interpretare il bonifico in modo sfavorevole, presupponendo che ci sia qualcosa di poco chiaro. Quindi, meglio perdere due minuti in più per scrivere una causale sensata piuttosto che dover risolvere problemi legali o bancari più avanti. Alla fine, meglio prevenire che curare, no?