Bonus 2025, che fregatura: queste persone rimangono a secco | Milioni di italiani tagliati fuori

Bonus 2025, che fregatura: queste persone rimangono a secco | Milioni di italiani tagliati fuori

Illustrazione di un bonus (Depositphotos FOTO) - www.notiziesecche.it

Nuovo bonus, nuova fregatura! Molte di queste persone non potranno usufruirne, e sono milioni. Cosa accadrà?

I bonus governativi sono spesso soggetti a requisiti stringenti, come soglie di reddito, tipo di occupazione o residenza. Questo sistema di selezione può escludere persone che, pur avendo necessità economiche, non soddisfano i criteri specifici, come lavoratori autonomi con redditi variabili o famiglie con redditi appena superiori al limite.

Alcuni cittadini non accedono ai bonus a causa di difficoltà burocratiche, come la complessità delle procedure di richiesta o la mancanza di documentazione necessaria.

Altri, invece, rimangono esclusi per una scarsa conoscenza delle misure disponibili, soprattutto in aree con minore accesso alle informazioni digitali.

Le persone con lavori precari o non regolarmente dichiarati spesso non possono beneficiare di incentivi governativi, poiché non rientrano nei sistemi contributivi o fiscali formali. 

 Per garantire una maggiore inclusività, sarebbe necessaria una revisione dei criteri di accesso e una semplificazione delle procedure, favorendo così un sostegno più mirato ed efficace.

Le nuove regole sui bonus

Il 2025 porta con sé nuove regole per i bonus edilizi, ma non tutte positive. Il bonus ristrutturazioni e l’Ecobonus rimangono validi con una detrazione del 50%, ma solo per le prime case. Questo significa che se hai intenzione di fare lavori in una seconda casa, lo sconto scende al 36% nel 2025 e arriverà al 30% entro il 2027. La somma massima detraibile resta di 96.000 euro, ma c’è un problema che potrebbe complicare le cose per chi sta pianificando ristrutturazioni.

Il nodo centrale è che per ottenere la detrazione al 50% la casa deve essere ufficialmente la tua abitazione principale. In altre parole, se compri un immobile con l’intenzione di trasferirci la residenza dopo i lavori, rischi di non poter beneficiare del massimo sconto. Questa condizione potrebbe mettere in difficoltà molte persone, specialmente chi acquista una casa da sistemare prima di abitarci.

Illustrazione di una casa in ristrutturazione (Depositphotos)
Illustrazione di una casa in ristrutturazione (Depositphotos FOTO) – www.notiziesecche.it

Chi rischia di restare escluso

Il rischio di esclusione riguarda chi si trova in una fase di transizione: ad esempio, chi ha appena acquistato un appartamento e deve fare lavori di ristrutturazione prima di trasferirsi. In questo caso, finché non sposti ufficialmente la residenza, l’immobile risulta una seconda casa e non puoi accedere alla detrazione al 50%, ma solo a quella ridotta al 36%. Una differenza che, su cifre importanti, si fa sentire eccome.

Secondo il Sole 24 Ore, questa regola potrebbe interessare fino a 500.000 abitazioni. Ogni anno in Italia si comprano circa 700.000 case, e molte di queste necessitano di interventi prima che diventino abitazioni principali. Tuttavia, la legge non chiarisce cosa succeda in questi casi particolari. Servirebbero istruzioni più precise per evitare che migliaia di persone, intenzionate a usare i bonus per sistemare la loro futura prima casa, si ritrovino con agevolazioni ridotte e costi inaspettati.