Buoni Pasto: vietato per il datore di lavoro darne di più di questa cifra | Quanti ne puoi spendere al giorno
Il datore di lavoro è obbligato a darti solo questi. Vediamo insieme quanti ne puoi utilizzare.
I buoni pasto sembrano un piccolo extra nello stipendio, ma per molti sono una vera salvezza. Permettono di pagare il pranzo al lavoro, fare la spesa e in alcuni casi persino ordinare cibo a domicilio.
Funzionano come una sorta di moneta alternativa, spendibile in bar, ristoranti e supermercati convenzionati. Il problema? Non sempre vengono accettati ovunque e spesso i commercianti si lamentano delle alte commissioni, rendendo difficile trovarne uno disposto a prenderli senza storcere il naso.
Negli ultimi anni, i buoni pasto digitali stanno sostituendo quelli cartacei, rendendo i pagamenti più semplici e veloci. Basta una card o un’app sul telefono per pagare, senza il rischio di perdere i ticket di carta in fondo alla borsa o al cassetto della scrivania.
Sono un vantaggio sia per i lavoratori che per le aziende, perché offrono un beneficio fiscale. Peccato che tra limitazioni, commissioni e posti che li accettano solo in determinati giorni o per importi minimi, a volte sembrano più una caccia al tesoro che un vero aiuto.
Quanti ne puoi utilizzare
Se hai mai provato a pagare una spesa abbondante solo con i buoni pasto, probabilmente hai già vissuto la scena: arrivi alla cassa tutto felice, tiri fuori la tua mazzetta di ticket e… “Mi dispiace, ne può usare al massimo otto”. Sì, perché anche se tecnicamente i buoni pasto sono tuoi, non puoi spenderli come ti pare. La regola generale dice che per ogni transazione, quindi per ogni singolo scontrino, puoi utilizzare al massimo otto buoni.
Questo limite esiste da anni e, nonostante alcune modifiche legislative, è rimasto più o meno invariato. L’idea è che il buono pasto serva per comprare il pranzo di giornata, non per fare la spesa settimanale come se fosse una seconda forma di stipendio. Inoltre, l’importo esentasse è di 4 euro per i buoni cartacei e 8 euro per quelli elettronici, il che significa che tutto quello che il datore di lavoro ti dà in più potrebbe finire a fare volume nel tuo reddito e, di conseguenza, essere tassato.
Regole, limiti e piccole frustrazioni
Oltre al numero massimo che si può usare per ogni acquisto, i buoni pasto hanno altre regole che, diciamolo, a volte sembrano fatte apposta per complicarti la vita. Non puoi cederli a qualcun altro, non puoi rivenderli e non puoi nemmeno convertirli in denaro. In teoria servono solo per il titolare e solo per acquistare cibo, anche se qualche supermercato chiude un occhio su certi prodotti.
Se usi ancora i buoni cartacei, avrai notato che sono pieni di dettagli: codice fiscale del datore di lavoro, valore nominale, spazi per timbro e firma. Praticamente un mini-contratto da compilare ogni volta che paghi. Quelli elettronici sono più pratici, basta una card o un’app, ma a volte capita che il sistema vada in tilt proprio quando stai cercando di pagare.