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“E poi il silenzio. Il disastro di Rigopiano”: la nuova docuserie di Pablo Trincia è ora disponibile in streaming su diverse piattaforme

Una docuserie che riporta alla luce il disastro di Rigopiano: emozioni forti, responsabilità incerte e testimonianze commoventi.

Il 18 gennaio 2017 ha avuto luogo una tragedia: una valanga ha devastato l’Hotel Rigopiano e ha portato con sé un immenso dolore e distruzione. Per portare alla luce i dettagli della tragedia e dare voce alle vittime, nasce la docuserie Sky Original: “E poi il silenzio. Il disastro di Rigopiano“.

Il progetto è stato presentato al Teatro Massimo di Pescara dallo sceneggiatore Pablo Trincia. Egli, per l’appunto, descrive il contenuto della docuserie come una storia di famiglie distrutte, di sogni infranti e legami interrotti. Questo rappresenta un modo per dare voce alle vite spezzate.

La serie si sviluppa in 5 episodi che presentano anche video inediti e testimonianze toccanti di sopravvissuti, familiari delle vittime e soccorritori. Essa si ispira all’omonimo podcast che ha già riscontrato grande successo.

E poi il silenzio. Il disastro di Rigopiano, prodotto da Sky Italia e Sky TG24 in collaborazione con Chora Media, è disponibile su Sky e NOW. Una narrazione sincera e rispettosa che rende omaggio a chi ha perso la vita e a chi continua a lottare per la verità.

La verità che si cela dietro alla tragedia di Rigopiano

La docuserie racconta la devastazione dell’hotel Rigopiano a causa di una valanga il 18 gennaio 2017. All’interno c’era il personale e anche gli ospiti che erano riusciti a raggiungere la struttura con fatica per la neve. La valanga fu così violenta da rendere il resort una trappola mortale per chi si trovava al suo interno. Infatti, 29 persone persero la vita, mentre solo 11 riuscirono a sopravvivere. Nonostante siano trascorsi quasi otto anni, il 27 novembre si terrà un’udienza presso la Corte di Cassazione. Quest’ultima esaminerà le sentenze di secondo grado che hanno visto 22 assoluzioni e 8 condanne.

In base a ciò, la serie non solo cerca di chiarire le responsabilità di chi doveva garantire la sicurezza del luogo, ma si sofferma anche sul lato umano della vicenda. A otto anni dall’accaduto, la storia continua a riportare interrogativi irrisolti. Oltre a ciò, offre un’importante riflessione sul valore della memoria delle vittime e delle famiglie. Il racconto diventa un tributo a chi non c’è più e a chi ha dovuto affrontare la vita dopo il disastro. Il tutto viene documentato con immagini delle operazioni di soccorso e ciò rende l’accaduto ancora più reale e struggente.

Post Instagram riguardo all’omonimo podcast (Instagram, Pablo Trincia FOTO) – www.notiziesecche.it

Il racconto di un dolore reale attraverso la voce dei sopravvissuti

Lo sceneggiatore Pablo Trincia che si occupa della docuserie ha dichiarato che realizzare il tutto è stato piuttosto impegnativo dal punto di vista emotivo verso le vittime. In particolare, “Raccontare emozioni come rabbia, dolore e paura è fondamentale, ma bisogna rispettare chi vive quel dramma”. Oltre a ciò, Trincia sostiene che il luogo dell’hotel dovrebbe rimanere intatto come memoriale, per evitare che la tragedia venga dimenticata. Lo sceneggiatore Pablo Trincia ha spiegato di aver scelto di raccontare il caso di Rigopiano dopo le richieste del pubblico che voleva approfondire la loro conoscenza sull’accaduto.

All’interno della docuserie è un elemento importante la voce dei sopravvissuti attraverso delle testimonianze dirette. In particolare, Marco Foresta, figlio di due vittime, ha parlato di quanto sia stato terapeutico condividere la sua esperienza: “Tutti noi teniamo cose dentro, ma arriva il momento in cui è necessario tirarle fuori”. Successivamente, Rossella Del Rosso – sorella del direttore dell’hotel – ha raccontato come la narrazione della storia di suo fratello abbia rappresentato per lei un viaggio nella propria infanzia. Giampaolo Matrone, l’ultimo sopravvissuto estratto dalle macerie, ha voluto esprimere la propria gratitudine verso Trincia per il suo rispetto sulla questione. Infatti, dice di essersi sentito a casa ed ascoltato per davvero.

Martina Serpe

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