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Einaudi, addio alla vendita a rate: i libri saranno meno accessibili?

La storica formula del “conto aperto” di Einaudi chiude, lasciando spazio a nuove soluzioni per avvicinare i giovani alla lettura.

La casa editrice Einaudi, con le sue inconfondibili coste bianche, ha sempre rappresentato molto più di un semplice marchio. Era un punto di riferimento per chi cercava libri di qualità, ma anche una realtà capace di innovare. Uno degli esempi più significativi? Il famoso “conto aperto”, un sistema pensato per rendere i libri accessibili a tutti, permettendo di acquistarli a rate. Per decenni, questo modello è stato una manna per studenti, famiglie e appassionati con risorse limitate, aiutandoli a costruire la propria biblioteca personale senza dover spendere tutto in una volta.

C’erano anni in cui questa formula faceva numeri impressionanti. Migliaia di lettori, da nord a sud, sfruttavano questa possibilità per accedere ai volumi più ambiziosi della casa editrice, quelli che altrimenti sarebbero rimasti un sogno nel cassetto. Però, il tempo passa, e le cose cambiano: il pubblico, le abitudini di acquisto e anche il modo di vivere i libri non sono più gli stessi. E così, il conto aperto è diventato sempre meno rilevante, quasi un pezzo da museo in un mondo che si muove ormai a ritmi velocissimi.

I dati parlano chiaro: all’inizio degli anni 2000 erano oltre 35mila tra persone ed enti a usare il pagamento rateale, mentre oggi i numeri si sono ridotti a meno di 3mila. Di questi, appena la metà sono privati. Per fare un confronto, basta guardare il dato del 2024: solo 113 giovani sotto i 30 anni hanno scelto questa modalità. Una differenza abissale, che non lascia dubbi sul perché Einaudi abbia deciso di mettere un punto a questa storica iniziativa.

Anche l’impatto delle nuove tecnologie e il successo di alternative digitali hanno contribuito a rendere obsoleto il conto aperto. I giovani lettori, oggi, sembrano preferire soluzioni più immediate, come gli ebook o le piattaforme di streaming culturale. E per una realtà come Einaudi, stare al passo coi tempi non è un’opzione: è una necessità.

Einaudi chiude il conto aperto

Dopo oltre cinquant’anni, il conto aperto di Einaudi arriva ufficialmente al termine. Lo ha confermato Filippo Guglielmone, direttore operativo del Gruppo Mondadori, spiegando che la decisione è stata presa alla luce di un mercato in evoluzione e dei numeri ormai troppo bassi per giustificare il mantenimento del servizio. Certo, per molti è una notizia amara, soprattutto per chi, come lo storico Ernesto Galli Della Loggia, ne ha approfittato per tutta la vita e ne ha riconosciuto l’importanza nel far crescere generazioni di lettori.

Ma, come ha sottolineato lo stesso Guglielmone, non si tratta solo di “chiusura”, bensì di “trasformazione”. L’obiettivo di Einaudi, infatti, resta lo stesso: promuovere la lettura e renderla accessibile, soprattutto per i giovani. Il futuro? Un progetto tutto nuovo, dedicato a scuole e biblioteche, che vedrà la luce il prossimo autunno.

Libreria (Depositphotos foto) – www.notiziesecche.it

Nuovi progetti per scuole e biblioteche

Con la fine del conto aperto, Einaudi guarda avanti. Il nuovo piano si concentra su scuole e biblioteche, con l’idea di creare un legame più stretto tra le istituzioni culturali e i lettori di domani. Si parla di incontri con autori, traduttori e altre figure del mondo editoriale, il tutto per mantenere viva la passione per i libri e, allo stesso tempo, avvicinare i giovani alla lettura in modo concreto.

Per quanto riguarda le iconiche “grandi opere” – come quelle della collana Millenni, con prezzi che sfiorano o superano i 100 euro – non c’è da preoccuparsi: continueranno a essere pubblicate senza alcuna modifica. Guglielmone ha chiarito che la vendita rateale, ormai, contribuiva pochissimo al successo di questi volumi, rappresentando meno dello 0,2% delle vendite totali. Insomma, la qualità e la tradizione della casa editrice non andranno da nessuna parte, ma si evolveranno per restare rilevanti anche nel mondo di oggi.

Furio Lucchesi

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