Giochi Senza Frontiere: chi se lo ricorda? Il programma che ha unito l’Europa in TV

Giochi Senza Frontiere: chi se lo ricorda? Il programma che ha unito l’Europa in TV

Giochi senza frontiere, torna nel 2024 (YouTube Foto) - www.notiziesecche.it

C’erano una volta un italiano, un tedesco, un francese e uno svizzero. No, non è una barzelletta.

È la nascita di Giochi senza frontiere, il programma che trasformò l’Europa in un gigantesco luna park televisivo. Un’idea folle, geniale, irresistibile: città di nazioni diverse che si sfidavano in prove assurde, tra gonfiabili giganti, tuffi improbabili e costumi da cartone animato. Altro che Champions League: qui si giocava per la gloria, per il puro divertimento e per il diritto di dire “abbiamo vinto noi” in una lingua che tanto nessuno capiva.

Tutto parte negli anni ’60. In Italia si giocava a Campanile Sera, in Francia a Intervilles, poi qualcuno ebbe l’illuminazione: perché non fare un’edizione deluxe, dove a sfidarsi fossero nazioni intere? De Gaulle approvò, la RAI si fece avanti, e nel 1965 nacque il più grande esperimento di diplomazia sportiva mai visto in TV. Un’Unione Europea ante litteram, ma con più travestimenti ridicoli e meno burocrazia.

Chi c’era lo sa: Giochi senza frontiere non era uno show, era un viaggio in un universo parallelo. Un mondo in cui atleti improvvisati scivolavano su sapone gigante, saltavano ostacoli vestiti da broccoli e tentavano di restare in equilibrio su tronchi rotanti. Il tutto sotto lo sguardo severissimo dei giudici svizzeri, che sembravano usciti da un film di spionaggio e non lasciavano passare neanche una scorrettezza.

Il momento sacro era l’inizio di ogni prova: il mitico countdown in francese, «Attention! Trois, deux, un…» e via, tra schizzi d’acqua, ruzzoloni epici e colpi di scena. Ogni squadra aveva il suo jolly, da giocare strategicamente per raddoppiare il punteggio, e poi c’era il temutissimo fil rouge, una prova individuale che poteva ribaltare il risultato all’ultimo minuto. Strategia? Fortuna? Destino? Chissà.

Giochi senza frontiere, ritorna?

Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Svizzera, Belgio, Jugoslavia: venti nazioni si sono alternate nel corso degli anni. L’Italia non ne ha persa una, vincendo quattro edizioni. Ma la regina indiscussa era la Germania Ovest, che portò a casa sei vittorie, probabilmente grazie a un segreto ingegneristico che nessuno ha mai scoperto.

E poi arrivarono gli anni ’90. I tempi cambiavano, la TV pure. Giochi senza frontiere provò a resistere, ma il mondo voleva reality show, talent, scandali. Nel 1999 si spense l’ultima luce, con l’Italia vincitrice a Bolzano. Fine di un’epoca. Ma se qualcuno pensava che fosse davvero finita, si sbagliava.

Giochi senza frontiere
Giochi senza frontiere, torna nel 2024? (YouTube Foto) – www.notiziesecche.it

Il futuro di Giochi senza frontiere

Nel 2019 ci provarono di nuovo con Eurogames, versione moderna prodotta da Mediaset. Meno nazioni, meno viaggi, meno follia. Era Giochi senza frontiere, ma senza quel tocco di magia, come una festa senza musica. Forse è proprio questo il punto: certe cose non si possono rifare. O meglio, non così.

Perché Giochi senza frontiere era qualcosa di unico: una gara, un circo, un pezzo di storia pop. Un’Europa che, per una sera, smetteva di litigare e si metteva a giocare. E forse, oggi più che mai, ce ne sarebbe bisogno.