Imu 2025: fa ricorso dopo l’aumento e vince | La sentenza è fondamentale per tutti gli italiani

Illustrazione di una casa e di un lucchetto (Pixabay FOTO) - www.notiziesecche.it
Nel 2025 cambiano le regole IMU. L’aumento non è più un problema, e la sentenza è stata fondamentale. Scopri cos’è successo.
L’IMU è una tassa che si paga sugli immobili, ma non su quelli dove vivi abitualmente, a meno che non siano di lusso.
Quindi riguarda seconde case, negozi, terreni e fabbricati vari. È uno di quei balzelli che ciclicamente tornano a farsi sentire, di solito a giugno e dicembre.
L’importo da pagare dipende dal valore catastale dell’immobile e dall’aliquota stabilita dal Comune. Ogni città può decidere di applicare un’aliquota diversa, quindi non c’è una cifra fissa per tutti.
Il pagamento si fa in due rate o in un’unica soluzione, usando il modello F24 o il bollettino postale. Se dimentichi di pagare, scattano sanzioni e interessi, ma si può rimediare con il ravvedimento operoso, che permette di regolarizzarsi pagando un po’ di più.
La tassa che non smette mai di sorprendere
Parliamoci chiaro: l’IMU è una di quelle tasse che ogni anno torna a farsi sentire, e quasi mai con buone notizie. Per chi possiede più di una casa, è un peso non da poco, una spesa che si aggiunge a tutte le altre e che spesso sembra aumentare senza un vero perché. Ma stavolta c’è una novità che potrebbe cambiare le cose, e per una volta sembra essere a favore dei contribuenti.
Negli ultimi mesi, infatti, si è discusso parecchio su un caso che potrebbe fare giurisprudenza. Una sentenza della Corte Tributaria del Lazio ha scosso il sistema, mettendo in discussione un principio che, fino a poco fa, sembrava intoccabile. E la questione riguarda proprio il modo in cui si calcola l’IMU su immobili in ristrutturazione. Vediamo di capire meglio cosa è successo.

La decisione della Corte
Tutto è nato quando il Comune di Roma ha deciso di aumentare l’IMU su un immobile in fase di ristrutturazione, sostenendo che, essendo migliorato, il valore catastale fosse cresciuto e quindi anche la tassa dovesse essere più alta. Il proprietario, però, non ci è stato e ha fatto ricorso, affermando che l’IMU dovrebbe essere calcolata solo sul valore dell’area edificabile fino alla fine dei lavori.
La Corte Tributaria gli ha dato ragione, stabilendo che, finché un immobile è in fase di trasformazione edilizia e quindi non utilizzabile al 100%, il valore su cui calcolare l’IMU resta quello del terreno e non quello dell’edificio. Una decisione che potrebbe alleggerire la pressione fiscale su molti proprietari, almeno finché la casa non è effettivamente completata.