Insalata in busta, prima di portarla a tavola non dimenticare questo passaggio: se non lo fai metti a rischio la salute
È davvero necessario fare così con l’insalata in busta? Sì, anche se è “pronta”: ecco perché è meglio non saltare questo passaggio.
L’insalata in busta è davvero una manna dal cielo per chi è sempre di corsa. È comoda, è veloce, e ti risparmia pure la fatica di tagliare tutto. Insomma, un mix perfetto di praticità e semplicità. Non a caso, gli scaffali dei supermercati ne sono pieni zeppi e noi, spesso senza pensarci troppo, la mettiamo nel carrello.
Eppure, dietro questa soluzione rapida si nascondono alcuni aspetti meno “freschi” di quanto vorremmo credere. Ogni anno vengono vendute circa 800 milioni di confezioni. Ok, non costa poco: una media di 10-12 euro al chilo contro i 2-2,50 dell’insalata sfusa. Ma, vuoi mettere la comodità? Sì, certo… ma a volte, pagare di più non significa portare a casa qualcosa di perfetto.
C’è questa convinzione diffusa che l’insalata in busta sia sempre sicura al 100%. Peccato che questa certezza non sempre corrisponda alla realtà. Basta un attimo per dimenticare che, prima di arrivare nei nostri piatti, l’insalata ha fatto un lungo viaggio. E non è detto che in ogni passaggio le cose siano andate lisce come l’olio.
Quindi, la domanda è: possiamo davvero fidarci ciecamente? È vero che viene lavorata con cura, ma un piccolo controllo in più non fa mai male. Anzi, a volte potrebbe fare la differenza tra una cena tranquilla e un rischio evitabile. Spesso ci fidiamo troppo di quello che vediamo in confezione, dimenticandoci che certe cose non sono proprio visibili a occhio nudo.
Insalata pronta, ma davvero pulita?
Recentemente sono stati fatti dei test su 12 insalate in busta e… beh, i risultati sono un pò un misto di luci e ombre. Buona notizia: batteri pericolosi come listeria, salmonella ed escherichia coli non sono stati trovati. Ma attenzione: i livelli di carica batterica e di coliformi (batteri legati alla terra) erano spesso sopra le linee guida. In pratica, anche se non si rischia un’intossicazione immediata, il livello igienico lascia un pò a desiderare.
Poi c’è la questione dei pesticidi e dei nitrati. Nessuno dei campioni testati è risultato completamente pulito. In alcune buste, sono state trovate fino a 8 molecole di pesticidi diverse. E no, nemmeno i prodotti biologici ne sono completamente privi. Sembra incredibile, ma l’insalata migliore conteneva comunque due tracce di pesticidi. Quella peggiore? Un vero e proprio cocktail di sostanze indesiderate.
Ecco perché questo passaggio è una buona idea
Alla fine, gli esperti sono stati chiari: anche se sulla confezione c’è scritto “già lavata”, un ulteriore risciacquo a casa è un’ottima mossa, soprattutto per chi è più vulnerabile, come bambini o anziani. Anche se sembra pulita e pronta all’uso, passarla sotto l’acqua può ridurre ulteriormente la presenza di batteri e residui.
Non si tratta di rinunciare alla comodità, ma di aggiungere un piccolo passaggio in più. Lavare l’insalata non richiede un grande sforzo, ma potrebbe proteggere te e la tua famiglia da spiacevoli sorprese. In fondo, meglio un minuto in più al lavandino che rischiare di portare a tavola qualcosa che non vorresti davvero mangiare.