Mazzata pensioni, 67 anni non bastano più | Adesso è UFFICIALE: si lavorerà fino allo sfinimento

Mazzata pensioni, 67 anni non bastano più | Adesso è UFFICIALE: si lavorerà fino allo sfinimento

Una coppia di persone anziane (Pixabay FOTO) - www.notiziesecche.it

Per chi è prossimo alla pensione, c’è una brutta notizia. Non basteranno i 67 anni d’età, e la notizia è ufficiale. 

Lavori e vuoi sapere quando andare in pensione? Non è semplice saperlo, in quanto il calcolo degli anni della pensione si basa sul sistema previdenziale vigente, che combina diversi fattori come l’età anagrafica, gli anni di contribuzione versati e, in alcuni casi, il tipo di lavoro svolto.

Esistono due principali sistemi di calcolo: il retributivo, basato sulla media degli stipendi degli ultimi anni lavorativi, e il contributivo, legato ai contributi effettivamente versati durante l’intera carriera.

In Italia, l’età pensionabile standard è fissata dalla legge e può variare in base all’aspettativa di vita e alle riforme previdenziali.

Per accedere alla pensione anticipata, è necessario raggiungere una soglia minima di anni di contributi, indipendentemente dall’età.

I requisiti per l’anno 2025

La pensione di vecchiaia, accessibile nel 2025, è regolata da norme specifiche per i lavoratori che hanno iniziato a versare contributi dopo il 1° gennaio 1996. Questi soggetti, noti come “contributivi puri”, possono accedere alla pensione a partire dai 67 anni di età, purché abbiano accumulato almeno 20 anni di contribuzione. Un ulteriore requisito fondamentale è che l’importo dell’assegno pensionistico sia pari o superiore al valore minimo stabilito dalla legge, il quale corrisponde a 1,5 volte l’Assegno sociale.

Nel 2025, l’Assegno sociale subirà una rivalutazione dello 0,8%, portandolo a un valore di 538,68 euro mensili. Pertanto, per andare in pensione, è necessario che l’assegno pensionistico raggiunga almeno questa soglia. Tale requisito mira a garantire un minimo di sicurezza economica, considerando il costo della vita.

Illustrazione di una persona anziana (Pixabay) (1)
Illustrazione di una persona anziana (Pixabay FOTO) – www.notiziesecche.it

Il calcolo dei contributi

Per calcolare la pensione, il sistema contributivo utilizza il montante contributivo, ovvero la somma dei contributi versati durante la carriera lavorativa, rivalutati annualmente. Nel 2025, la rivalutazione dei contributi sarà del 3,662%, mentre il coefficiente di trasformazione applicabile a 67 anni sarà pari al 5,608%. Con queste condizioni, per ottenere una pensione di 538,68 euro mensili (7.002,84 euro annui), è necessario un montante contributivo di circa 124.872 euro.

Questo valore corrisponde a retribuzioni medie annue variabili a seconda degli anni di contribuzione. Ad esempio, con 20 anni di lavoro, la retribuzione lorda media annua deve essere di 18.180 euro (circa 1.400 euro mensili). Con 25 anni di contributi, scende a 14.545 euro annui (1.118 euro mensili), mentre con 30 anni di contribuzione è sufficiente una media di 12.120 euro annui (932 euro mensili). Chi non raggiunge queste soglie dovrà continuare a lavorare o aspettare il compimento dei 71 anni, quando potrà accedere alla pensione di vecchiaia contributiva, che non prevede un importo minimo per l’assegno.