Non si paga la Tari in questa città: è già ufficiale | Se ci abiti sei fortunato a metà

Non si paga la Tari in questa città: è già ufficiale | Se ci abiti sei fortunato a metà

Illustrazione di alcuni contenitori (Pexels FOTO) - www.notiziesecche.it

La notizia forse farà felice un po’ di persone. La TARI non si pagherà più, soprattutto se abiti proprio in questa città.

La TARI (Tassa sui Rifiuti) è quella voce fastidiosa che trovi nella bolletta comunale e che, volente o nolente, devi pagare per lo smaltimento dei rifiuti.

È nata nel 2014 con la legge di stabilità, sostituendo la vecchia TARES, che a sua volta aveva rimpiazzato TARSU e TIA. Insomma, cambiano i nomi, ma la sostanza rimane sempre la stessa: il costo della gestione dei rifiuti viene distribuito tra cittadini e imprese.

Il calcolo della TARI dipende da vari fattori: la grandezza dell’immobile, il numero di abitanti e il tipo di attività svolta, nel caso di locali commerciali.

Più è grande la casa e più persone ci vivono, più alta sarà la tassa, perché si suppone che producano più spazzatura. Alcuni Comuni applicano riduzioni per chi vive solo o per chi produce meno rifiuti, ma in generale è una spesa che tutti devono mettere in conto.

Addio TARI

Dal 2025 a Ravenna e Cervia cambia tutto per la tassa sui rifiuti. Non si chiamerà più TARI, ma Tariffa Corrispettiva Puntuale (Tcp) e il meccanismo sarà un po’ diverso. In pratica, non si pagherà più solo in base alla grandezza della casa o al numero di persone che ci vivono, ma anche in base alla quantità di rifiuti indifferenziati prodotti.

Più ricicli, meno paghi: sembra una regola semplice, no? L’obiettivo è chiaro: migliorare la raccolta differenziata (che già si attesta a un notevole 76%) e ridurre il quantitativo di rifiuti che finiscono in discarica o negli inceneritori. Per tutto il 2025 sarà un “anno di prova”: i conferimenti in eccesso verranno solo registrati, senza addebiti extra. Ma dal 2026, chi supererà la soglia stabilita pagherà un sovrapprezzo. 

Alcuni bidoni dell'immondizia (Depositphotos)
Alcuni bidoni dell’immondizia (Depositphotos FOTO) – www.notiziesecche.it

Come funziona

La Tcp sarà fatturata direttamente da Hera, e il calcolo dell’importo sarà basato su più fattori. Oltre alla superficie dell’abitazione e al numero di componenti del nucleo familiare (come già avviene con la TARI), verrà applicata una quota variabile di base, che comprende un numero prestabilito di conferimenti di rifiuto indifferenziato. Se si superano queste soglie, scatta la quota variabile aggiuntiva, e a quel punto la bolletta lievita. L’idea è chiara: chi differenzia bene e produce meno rifiuto indifferenziato risparmia.

Per far sì che tutti siano informati, Hera ha già iniziato a inviare lettere alle famiglie e alle attività commerciali, spiegando i dettagli del nuovo sistema. Chi non ha ancora ritirato il proprio kit per la raccolta differenziata (bidoncino per l’indifferenziato o Carta Smeraldo) è stato avvisato: meglio sbrigarsi, perché chi non si adegua rischia una penale e il pagamento automatico degli svuotamenti minimi previsti. Il consiglio? Esporre il contenitore solo quando è pieno e riempire bene i sacchetti prima di buttarli nei cassonetti Smarty.