Pensioni, a ridere sono i più anziani | Ecco a chi spetta l’aumento più grande
Le pensioni stanno diventando un pochino più sostanziose, e a beneficiarne sono gli anziani. Ma scopri a chi spetta l’aumento maggiore.
L’aumento delle pensioni è una misura adottata periodicamente dai governi per garantire ai pensionati un potere d’acquisto adeguato rispetto all’inflazione. Questo adeguamento, noto come perequazione, è fondamentale per far fronte all’aumento dei prezzi dei beni e servizi essenziali, come cibo, energia e sanità.
L’incremento delle pensioni può essere applicato in base a diversi criteri, come l’età del pensionato, l’importo dell’assegno pensionistico e l’andamento economico generale del Paese.
In Italia, ad esempio, le pensioni minime e quelle più basse sono spesso oggetto di aumenti più consistenti per sostenere le fasce di popolazione più vulnerabili.
Questi aumenti hanno un impatto positivo non solo sui singoli pensionati ma anche sull’economia generale. Un potere d’acquisto più stabile consente di mantenere i consumi e sostenere la domanda interna, contribuendo così alla crescita economica.
L’aumento delle pensioni
Nel 2025, è previsto un aumento significativo per alcuni pensionati con assegni minimi. Grazie alla misura conosciuta come “incremento al milione”, chi riceve una pensione inferiore a 603,39 euro al mese vedrà un incremento fisso di 135 euro mensili, portando l’assegno fino a 739,83 euro. Questa misura è un intervento mirato a supportare i pensionati con redditi più bassi, garantendo loro un livello di sussistenza più adeguato in un contesto di aumento del costo della vita.
Introdotta nel 2001, questa misura continua a sostenere i pensionati anziani con difficoltà economiche. Per beneficiare di questo incremento, è necessario rispettare determinate condizioni di reddito: il limite è fissato a 9.555,65 euro annui per il reddito individuale e 16.502,98 euro per quello coniugale. Se si superano queste soglie, l’incremento non viene applicato o viene ridotto proporzionalmente.
Quali sono i requisiti
Per accedere all’“incremento al milione”, è richiesto un requisito di età minima. Generalmente, l’aumento spetta a partire dai 70 anni, ma questo limite può essere ridotto. Per ogni 5 anni di contributi versati, l’età si abbassa di 12 mesi. Ad esempio, con 20 anni di contribuzione, il diritto scatta già a 66 anni. In ogni caso, l’incremento non è riconosciuto a chi ha meno di 65 anni, tranne per chi riceve una pensione di inabilità civile, per cui è accessibile a partire dai 18 anni.
L’aumento non viene applicato automaticamente. Per ottenerlo, è necessario presentare una richiesta formale all’INPS, tramite un patronato o il servizio online “Consulente digitale delle pensioni” disponibile nell’area personale MyINPS. Questa procedura garantisce che solo chi soddisfa tutti i requisiti possa beneficiare dell’incremento, assicurando un supporto mirato e adeguato alle reali necessità dei pensionati più vulnerabili.