In Italia nascono sempre meno bambini, mentre cresce il numero di coppie che scelgono la vita senza figli.
Negli ultimi anni, l’idea di “famiglia tradizionale” sembra essere sempre più lontana da quella che ci hanno insegnato i nostri nonni. Sempre meno persone vedono la genitorialità come una tappa obbligata della vita. Le cose sono cambiate parecchio, diciamolo. Oggi le priorità sono altre, e spesso mettere al mondo dei figli viene accantonato per concentrarsi su altri obiettivi. Cosa succede? È tutta colpa di una società che cambia, delle difficoltà economiche o, più semplicemente, di una mentalità diversa?
Di certo la crisi economica ci mette del suo. Tra inflazione, stipendi bassi e incertezza sul futuro, avere figli diventa un vero e proprio lusso. Soprattutto per le nuove generazioni, che si trovano davanti ostacoli che i loro genitori forse non hanno mai dovuto affrontare. Sembra quasi che, oggi, mettere su famiglia sia una scelta che richiede sacrifici enormi, difficili da sostenere per molti. E questo, inevitabilmente, pesa sulle decisioni che si prendono.
E poi, c’è un cambio di prospettiva. La vita non ruota più intorno al “devo fare figli”. Anzi, c’è chi trova appagamento in altri modi, che siano la carriera, viaggiare o semplicemente prendersi cura di sé stessi. Aumenta, insomma, il numero di persone che vedono la genitorialità come un’opzione tra tante, e non come un obbligo. La libertà di scegliere è un valore in crescita, e molte coppie decidono di sfruttarla fino in fondo.
Non dimentichiamo, infine, il desiderio di vivere una vita senza troppi vincoli. Mettere al mondo un bambino è una grande responsabilità, ma per alcuni è anche un limite. Tempo, energia, soldi: tutto viene dedicato a loro. Per chi preferisce concentrarsi su sé stesso o sulla propria relazione di coppia, è una scelta che non sembra valere la pena.
Tra i tanti cambiamenti, si sta facendo spazio anche in Italia il modello delle famiglie “Dink” (Double Income, No Kids), che, tradotto, significa: “due stipendi, niente figli”. Sì, parliamo di quelle coppie che decidono consapevolmente di non avere bambini, magari per inseguire una carriera, viaggiare di più o vivere con meno stress economici. Una scelta che riflette un modo di pensare diverso, ma anche le difficoltà pratiche del nostro tempo.
Secondo i dati Istat, la natalità è in picchiata. Nel 2024 il numero medio di figli per donna è sceso ancora, fermandosi a 1,21. E le famiglie “childfree” continuano a crescere, attirate anche dal risparmio: crescere un bambino fino ai 18 anni costa, in media, 175 mila euro. Non è una cifra da poco, soprattutto per chi ha già difficoltà a far quadrare i conti.
Questo fenomeno non riguarda solo il nostro Paese. In altri luoghi del mondo, come il Regno Unito e gli Stati Uniti, il trend è simile. Un sondaggio del 2020 in Inghilterra e Galles ha mostrato che oltre la metà delle persone tra i 35 e i 44 anni non aveva figli né intendeva averne. Negli USA, la percentuale di famiglie senza bambini nella stessa fascia d’età è passata dal 37% nel 2018 al 44% nel 2021.
Queste scelte stanno anche influenzando il modo in cui le famiglie vengono percepite dalla società. Tanto che è stato istituito un giorno per celebrare chi sceglie di non avere figli: l’International Childfree Day, ogni primo agosto. Insomma, essere “childfree” non è più visto come un tabù, ma come una possibilità, una strada legittima per chi cerca la felicità senza passare dalla maternità o dalla paternità.
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